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Non facciamoci spaventare da radiografie e risonanze

Quante volte ti è capitato di leggere il referto della tua risonanza o della tua radiografia e di dire: “Oddio non c’è più niente da fare!”.

Quasi ogni giorno i pazienti vengono a farsi visitare allarmati non tanto dal dolore e dai sintomi, quanto più da quello che hanno letto sui loro referti. E’ come quando leggiamo il foglio illustrativo dei farmaci. Non ne assumeremmo nemmeno uno sulla base di quello che c’è scritto!
Quando riceviamo l’esito di una radiografia, di una risonanza o di un qualsiasi altro esame non dobbiamo cadere nell’errore di lasciarci prendere dal panico e di incominciare a cercare in internet per sapere di quale morte dobbiamo morire.
La cosa migliore è sempre quella di confrontarsi con il proprio medico o specialista di fiducia.
Questa riflessione arriva dalla lettura di uno studio (che potete scaricare qui sotto): Ogni giorni migliaia di pazienti in Canada diventano vittime della tecnologia delle immagini mediche. E’stato dimostrato che queste persone ricorrono maggiormente a visite mediche, o dolore persistente, maggior disabilità e a un minor stato di benessere.
Gli esami radiologici come le radiografie, le ecografie, la Tac e la Risonanza magnetica possono essere molto preziosi per identificare condizioni mediche serie come fratture, lussazioni, danni al midollo spinale ecc. Ma una volta che il medico ha escluso problemi seri, i risultati minori non si rivelano di grande valore per aiutare a spiegare la maggior parte dei dolori. Anzi, non solo la maggior parte dei risultati delle immagini non sono utili, ma gli studi sostengono che sono addirittura dannosi da un punto di vista psicologico, in particolare quando i referti dicono ai pazienti che hanno l’artrite, le degenerazione discali, la protrusioni discali, le lesioni tendinee ecc.
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fabioparolini