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Scoliosi: quali sono le opzioni terapeutiche?

Negli articoli precedenti abbiamo parlato delle cause e del perché trattare una scoliosi. Ora parleremo di quali sono le opzioni terapeutichequando scopriamo che nostro figlio presenta una scoliosi.

Dal momento che tanto più precoce è l’insorgenza tanto maggiore è il rischio di progressione, è importante riuscire a riconoscerla il prima possibile per attuare tutto quanto è necessario per contenere il suo peggioramento e migliorare, ove possibile, il grado di curvatura.

COME AFFRONTARE UNA SCOLIOSI

Contrariamente a quanto si credeva fino a qualche anno fa, recenti studi scientifici dimostrano che la scoliosi può migliorare, a patto che vengano fatte terapie efficaci in base all’entità della scoliosi e alla possibile evoluzione durante la crescita. Le scelte terapeutiche sono dettate dalla gravità della scoliosi e dall’età del ragazzo.
Questo secondo parametro si riferisce, nello specifico, alla maturità scheletrica che si determina in maniera empirica, facendo riferimento alla comparsa dei segni di sviluppo (peli pubici e ascellari, ciclo mestruale, sviluppo delle ghiandole mammarie, ecc.) e che si misura precisamente con l’indice di Risser che riconosciamo e misuriamo sul bacino nelle radiografie. L’indice di maturità scheletrica ci consente di stabilire un parametro temporale che, da un lato è la quantità di tempo che ho a disposizione per poter migliorare la curvatura, dall’altro mi indica per quanto tempo dovrò trattare e tenere sotto stretto controllo la schiena del ragazzo.
Se ho poco tempo (mesi) avrò poche probabilità di riuscire a modificare la curvatura ma, al contempo, non potrò avere importanti peggioramenti. Se ho molto tempo a disposizione (anni) avrò molte più probabilità di riuscire a modificare la curvatura ma, per contro, dovrò porre molta attenzione affinché essa non evolva negativamente fino al termine della crescita.

SCELTE TERAPEUTICHE

Detto questo analizziamo ora le scelte terapeutiche che abbiamo a disposizione:

  • In caso di scoliosi lieve (fino ai 15 gradi o poco più) con ridotto rischio di progressione, la scelta terapeutica sono gli esercizi fisioterapici specifici, che non sono la classica “ginnastica vertebrale” ma un lavoro altamente individualizzato e specifico. Questi esercizi non hanno l’obiettivo primario di raddrizzare la curva bensì di stabilizzarla migliorando anche il controllo posturale.
  • Se a scoliosi è di una certaentità (da circa 20 gradi in poi) e presenta rischio di progressione, bisogna cercare di migliorarla e l’unico modo per farlo, secondo le attuali evidenze, è indossare un corsetto rigido per un numero congruo di ore. Al corsetto è importante associare esercizi specifici per mantenere un adeguato tono della muscolatura del tronco, far apprendere la capacità di autocorrezione delle curve e per ottimizzare il controllo posturale.
  • La soluzione chirurgica viene proposta per scoliosi gravi e più rare (oltre i 40-45 gradi).

 

Il trattamento di una scoliosi deve essere valutato con oculatezza e non deve essere banalizzato.

Trattare una scoliosi non significa semplicemente riconoscerla e posizionare poi un corsetto adeguato. Questa è la base.

Trattare una scoliosi significa prendersi carico del ragazzo che ne è affetto e della sua famiglia. Vuol dire ricercare la compliance di un ragazzo che, in età puberale, si trova magari a dover indossare un busto per più di 20 ore al giorno e deve fare anche esercizi.

 

È necessario far capire a lui e alla famiglia cosa sta succedendo a quella schiena e in che modo possiamo agire su di essa, motivandolo, coinvolgendolo e cercando di renderlo consapevole.

Altra cosa importante da ricordare è che le terapie vanno protratte sino alla fine della maturazione ossea e continuamente adattate al paziente e alla sua schiena.

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fabioparolini