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Aiuto! Ho le vertigini.

La vertigine non è quella che tutti comunemente associamo alla paura dell’altezza (acrofobia); essa è un’illusione sensoriale transitoria con percezione di rotazione e che definiamo “soggettiva” quando è il soggetto che si sente girare rispetto all’ambiente e “oggettiva” quando la sensazione è che sia l’ambiente a girare attorno.

La patologia vertiginosa è alquanto complessa ed è espressione del mal funzionamento del sistema che governa gli organi vestibolari e dell’equilibrio. Questo sistema lavora per fornirci corrette percezioni dell’orientamento e del movimento, per controllare i movimenti oculari ottenendo immagini chiare e stabili e per regolare il sistema posturale statico e dinamico.

Le cause più comuni di vertigine sono la labirintite (infiammazione dell’orecchio interno su base virale o batterica), la neurite vestibolare (infiammazione di un nervo interno all’orecchio), la vertigine posizionale parossistica benigna (VPPB) o cupololitiasi (causata dallo spostamento di alcuni cristalli – otoliti – nei canali dell’orecchio interno), la sindrome di Ménière (dovuta a un’alterazione della produzione e circolazione di liquidi nell’orecchio interno). Tutte queste forme si possono manifestare in modo differente con vertigini, e disturbi dell’equilibrio associati a volte anche a nausea, vomito, disturbi dell’udito, fischi o ronzii….

La vertigine si può presentare in talune forme di emicrania, stress, attacchi di panico, in patologie internistiche e cardio-vascolari. Ci possono poi essere cause neurologiche o tumorali ma meno frequenti.

La manifestazione della crisi è variabile per tipologia, per durata, per frequenza e per intensità ed è spesso caratteristica nei diversi quadri clinici: può andare dai pochi secondi a qualche minuto o qualche ora, può essere più o meno frequente, può essere costante e leggera oppure occasionale ma intensa, può manifestarsi solo in alcune posizioni o movimenti, può manifestarsi quando il soggetto è fermo oppure in movimento….

Quando un soggetto soffre di vertigini è bene che si rivolga ad uno specialista audiologo-vestibologo: con un’attenta raccolta dei dati anamnestici e delle caratteristiche dei sintomi, abbinata ad una visita del paziente, lo specialista è in grado, nella maggior parte dei casi, di inquadrare correttamente la patologia senza necessità di approfondimenti diagnostici ulteriori e senza spreco di tempo e di risorse potendo fin da subito consigliare al paziente cosa fare per risolvere o migliorare il suo problema.

Nei soggetti che soffrono di vertigine spesso si associano, e ne sono fattori contribuenti o scatenanti, disfunzioni a livello del tratto cervicale e del sistema stomatognatico (dell’occlusione).

Molti pazienti soffrono di dolori, di rigidità e di tensioni al collo. Per questo motivo si è ipotizzato che la costante tensione muscolare a livello cervicale e della mandibola possa essere una componente importante nella genesi delle sindromi da disequilibrio. Le problematiche articolari e muscolari di questi distretti possono portare a un’alterazione delle normali informazioni che dalla cervicale si connettono con i sistemi che governano l’equilibrio dando al soggetto, nella maggior parte dei casi, un senso di instabilità soggettiva, come se non riuscisse a padroneggiare bene l’ambiente, un po’ come il senso di ebrezza, fino ad arrivare anche a veri e propri attacchi vertiginosi acuti e di tipo oggettivo.

Essendo differenti le cause da cui origina, differenti saranno pure i trattamenti che si dovranno impostare.

Se il disordine interessa gli organi e i sistemi vestibolari sarà necessario applicare un programma di rieducazione vestibolare ad hoc con lo specialista che si avvarrà del supporto di un fisioterapista formato nell’ambito dei disturbi dell’equilibrio. Il fisioterapista preparerà un percorso di recupero molto specifico che vada a recuperare la coordinazione tra vista e movimento del capo, esercizi di coordinazione motoria generale, esercizi di “adattamento” del sistema vestibolare, per far sì che i sintomi scompaiano gradualmente e che si arrivi a creare il giusto compenso funzionale laddove ci siano stati danneggiamenti su alcuni organi dell’equilibrio. Questi esercizi devono essere impostati e supervisionati dal terapista ma è fondamentale che vengano ripetuti autonomamente a casa dal paziente.

Nel caso in cui coesistano problematiche cervicali e/o dell’occlusione, l’attenzione si concentrerà sul trattamento della zona cervicale e dell’articolazione temporo-mandibolare secondo diverse tecniche e modalità, a volte supportati anche dal parere dello gnatologo per l’eventuale utilizzo di un bite per l’occlusione se necessario.

La vertigine è uno dei sintomi più fastidiosi e invalidanti che il paziente possa sperimentare: alcuni soggetti sono talmente insicuri e spaventati che arrivano a rinunciare a qualunque attività portandoli anche ad un isolamento sociale. Pur essendo questo un ambito a volte non sempre facile e chiaro, è fondamentale che il paziente non ceda alla paura ma piuttosto che si affidi ad esperti che siano in grado di fornire un giusto approccio ed una soluzione concreta.

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fabioparolini