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Tendinopatia Achillea: quali sono le cause?

Vi è una certa confusione in merito alla terminologia da utilizzare in caso di problematiche al tendine d’Achille: tendinite, tendinosi, borsite, tendinopatia?

Dagli ultimi studi emerge che la sintomatologia dolorosa di questo tendine è maggiormente legata a un quadro cronico-degenerativo, piuttosto che solamente infiammatorio; risulta pertanto corretto l’utilizzo del termine Tendinopatia.

 

LA PATOLOGIA ACHILLEA

La patologia achillea può interessare la porzione inserzionale (dove il tendine si attacca sul calcagno) oppure la porzione intermedia (nella maggior parte dei casi) e può essere associata o meno a borsiti calcaneari (le borse sono dei cuscinetti che riducono l’attrito tra tendine e osso e che posso infiammarsi se eccessivamente sollecitate).

PERITENDINITE INFIAMMATORIA

Talvolta può esserci una problematica più superficiale, di natura infiammatoria, che interessa la parte più superficiale del tendine e prende il nome di Peritendinite. Si tratta di una patologia da sovraccarico che colpisce prevalentemente la popolazione sportiva, in particolare calciatori, corridori, giocatori di basket e pallavolo. Il sintomo principale è il dolore. Nonostante vi siano ancora molti studi in corso per capire esattamente come mai il tendine inizi a far male, si è propensi a ritenere che vi sia una ridotta capacità del tendine a sopportare il carico di lavoro e di conseguenza a mettere in atto i processi auto-riparativi per le microlesioni che si creano. La porzione intermedia del tendine è la parte meno vascolarizzata e la più vulnerabile. Nel momento in cui si instaura il processo infiammatorio diventa fondamentale dosare i carichi di lavoro e ridurre tutti i fattori di rischio. Se invece si continua a sovraccaricare il tendine, viene prodotto tessuto cicatriziale all’interno che diventa via via meno resistente ai carichi e più debole. Il continuo sovraccarico altera le capacità elastiche del tendine che diventa sempre più fibrotico e quindi soggetto a possibili rotture.

ALTRI FATTORI DI RISCHIO INTRINSECI E ESTRINSECI

Esistono fattori di rischio intrinseci (del tendine) come disturbi metabolici e alterazioni della vascolarizzazione, alterazioni anatomiche e biomeccaniche del piede, ginocchio e anca; così come esistono fattori estrinseci legati all’attività fisica (come frequenza e posologia dell’allenamento), inadeguatezza della preparazione fisica, del terreno di gioco o delle calzature.

LE CONSEGUENZE DELL’INFIAMMAZIONE

Dal punto di vista clinico il dolore è localizzato sul tendine. Nella fasi acute può essere presente gonfiore e crepitio durante i movimenti della caviglia, dolore mattutino soprattutto ai primi passi. Inizialmente il dolore si presenta dopo lo sforzo oppure può essere presente all’inizio e al termine dell’attività fisica, con un miglioramento del sintomo durante l’allenamento (superata la fase di riscaldamento del tendine). Con il progredire del processo infiammatorio il dolore tende a diventare costante per tutta l’attività fino a influenzare la prestazione sportiva e, nei casi più gravi, interferendo anche con le attività della vita quotidiana (camminare, accovacciarsi o fare le scale).

LA DIAGNOSI

Una buona intervista al paziente e un’accurata visita consentono di giungere alla corretta diagnosi. Possono essere richiesti esami strumentali, come ecografia o risonanza magnetica, per meglio inquadrare il problema e per escludere disturbi di altra natura. Per quanto riguarda questi esami bisogna tener presente che il riscontro di anomalie del tessuto tendineo non implica per forza la presenza di dolore e che talvolta vi è dolore anche in assenza di lesioni. Nel prossimo articolo parleremo del trattamento conservativo della tendinopatia achillea.

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fabioparolini