Può suonare strano, ma l’obiettivo che ci si pone quando si tratta un adolescente con scoliosi idiopatica non è primariamente quello di raddrizzare la schiena, bensì quello di evitare che peggiori.
Può sembrare un obiettivo riduttivo, ma nelle scoliosi evolutive, il solo fatto di riuscire a dominare e a contenere la curva è un grande successo. Dobbiamo infatti sapere che, in alcune forme aggressive, la scoliosi peggiora indipendentemente dalla bontà del trattamento e dalla forza di contenzione, persino nel trattamento con busti gessati progressivi.
Lo scopo di chi cura una scoliosi non è arrivare a zero gradi di curva, cosa che è realmente eccezionale; ciò che conta è arrivare ad ottenere il minor grado di curvatura possibile anche se la colonna non è perfettamente dritta. Indossare un corsetto, quindi, e fare esercizi non vuol dire raddrizzare la schiena, ma superare l’adolescenza e arrivare all’età adulta con una schiena che dia ragionevoli garanzie di non creare problemi con il progredire dell’età (dolore, peggioramento progressivo) e con un aspetto estetico gradevole.
La terapia della scoliosi finisce al termine della crescita ossea intorno ai 18 anni (a parte i casi gravi scoperti molto tardi o quei casi in cui la maturazione ossea è più lenta della media). A quel punto si entra nella fase del monitoraggio, con controlli periodici ogni anno, biennali o triennali a seconda dell’entità. Tutto questo normalmente si ottiene quando la curva rimane al di sotto dei 30°. Oltre questa soglia non è detto che ci saranno problemi, ma i rischi aumentano quanto più aumentano i gradi.
Se a un certo punto la scoliosi inizia a peggiorare ci sono 2 possibilità: sottoporsi all’intervento chirurgico, oppure mettersi a fare regolarmente esercizi specifici per mantenere la situazione stabile.
Secondo la letteratura scientifica, non ci sono praticamente problemi a controllare curve sotto i 30° scoperte in età adolescenziale (diverso il caso delle scoliosi infantili e giovanili, che peggiorano invece quasi sempre in pubertà nonostante il trattamento).
Oltre i 45°-50°, invece, i possibili peggioramenti nonostante un trattamento ben fatto sono comuni. Tra i 30° e 50° il peggioramento è molto raro, ma pur sempre possibile.